domenica 14 settembre 2014

La borsa. The bag.


Borsa a mano, a spalla, tracolla, shopping bag, bauletto, busta, sacca, marsupio, pochette, clutch… qualsiasi sia la sua forma e il suo materiale, la borsa è quel “contenitore” in cui portiamo con noi il nostro mondo
Ne abbiamo una oppure 100, del colore “che sta bene su tutto” oppure delle tinte più audaci, grandi quasi quanto una valigetta, o mini tanto da contenere appena un pacchetto di fazzoletti e le chiavi di casa, di marca o acquistate alla bancarella. Scelte con estrema cura o acquistate per caso, abbinate al resto del nostro outfit o no… le donne non potranno mai fare a meno di questo accessorio quando varcano la soglia di casa…

Sabina Edir




venerdì 12 settembre 2014

IL FASCINO DELLA MODA VINTAGE. VINTAGE FASHION.



Ci riscopriamo, già da qualche tempo, amanti del vintage seguendo lo stile, i materiali e i colori in uso nella moda dagli anni '20 agli anni '80.

Le donne soprattutto strizzano l’occhio allo stile retrò, ma anche ultimamente qualche maschietto desideroso di apparire elegante, oltre i dettami della moda attuale.

Perchè no? In fondo lo stile vintage ha numerosi aspetti positivi: prevede cura delle linee e dei tessuti, attenzione ai dettagli, utilizzo di accessori glamour, e soprattutto sottolinea la nostra femminilità come, ahimè, purtroppo la moda attuale non sempre fa. 

E quindi via a mise bon ton, composte da capi riscoperti negli armadi delle nostre mamme o delle nostre nonne o acquistati in mercatini ben forniti, per uno stile retrò sempre originale (difficilmente troveremo qualcuna che indossa il nostro stesso vestitino anni ’50 o la nostra stessa spilla “rubata” alla nonna…).

Inoltre, i capi vintage non passano mai di moda e difficilmente mancano di buon gusto.

Ecco qualche esempio di capo vintage: pantaloni strettissimi, a sigaretta, con vita alta (che scopriremo essere anche molto più comodi degli attuali pantaloni a vita bassa e molto più “gentili” con le nostre forme a volte un po’ arrotondate!), vestitini bon ton, gonne di chiffon, cappotti dalle linee femminili, colletti in pizzo, golfini corti, trench, cappellini e cappelli a falda larga, e poi accessori come foulard, occhiali molto grandi, spille, borse a mano, braccialetti dall’aria preziosa.

Attenzione però agli accostamenti! Un outfit vintage poco studiato può risultare fuori luogo o di poco gusto! Bisognerà imparare a effettuare gli accostamenti giusti, trovare ciò che ci sta bene oppure accostare solo qualche capo vintage ad altri capi più attuali.

Sabina Edir 






martedì 9 settembre 2014

Per le Inviate. DRESS CODE RULES.


INVITATE A UN MATRIMONIO

Siamo nella condizione ideale: abbiamo l’autorizzazione a toglierci qualche sfizio di stravaganza ed eleganza meno quotidiana, ma non abbiamo lo stress dei riflettori puntati addosso.

Niente bianco e niente nero. Per quanto la sposa possa decidere di vestirsi di viola, il bianco è il suo colore (unica eccezione si fa per le bambine damigelle) e vestirsi di bianco rimane inappropriato, pur se in foggia sobria e dimessa, e può sottendere un pizzico di desiderio di prevalere sulla protagonista dell’evento.

Quanto al nero, è categoricamente sconsigliato in chiesa, ma non è una scelta vincente neppure per le cerimonie civili. Di giorno è stonato e di sera scontato. A meno che non sia previsto e quindi permesso dal dresscode della cerimonia stessa. Inoltre, stiamo parlando di un matrimonio, l’unica occasione in cui possiamo sfoggiare mise più ricercate e anche un pizzico eccentriche senza sembrare fuori luogo. Approfittiamone!

I colori sono tutti ammessi, dai più tenui ai più brillanti. Anche le stampe vanno bene, purché non siano troppo aggressive o animalier.

Per quanto riguarda i modelli, via libera ad abiti ed abitini, mai troppo corti: lunghi per matrimoni di sera, fluttuanti e scollati per matrimoni in riva al mare, bon ton e strutturati per cerimonie in campagna o in stile retrò.

Evitate scollature e spacchi eccessivi e, in ogni caso, prevedete di coprire spalle e décolleté se la cerimonia si svolge in chiesa, anche si è in piena estate! Si può sempre scegliere tra giacchini e scialli dai tessuti impalpabili, da togliere una volta uscite dalla chiesa. 

L’alternativa al vestito è lo spezzato, sia con gonna che con pantalone.

Ovviamente, qualsiasi sia la scelta che faremo, il risultato finale dovrà mettere in risalto le nostre forme e il nostro incarnato, senza dimenticare che, in un abito scomodo, staremo a disagio per l’intera durata del matrimonio.

Infine, ma non meno importante, è la cura per i dettagli. Le scarpe devono essere belle, ma anche praticabili per l’intero evento. Investite su un buon paio di scarpe tacco 8 o 10, che vi slanci ma non vi faccia patire le pene dell’inferno. Se è primavera o estate, vanno bene anche i sandali.

L’etichetta vorrebbe le calze anche con quaranta gradi e, se fino a giugno si può optare per un impalpabile collant color cipria molto chiaro, ad agosto molte donne oggi si sentono finalmente libere di non indossarle.

La borsa: si può scegliere tra quella piccola e senza manico (clutch o minaudière) nel caso di una cerimonia serale, mentre di giorno e con un outfit elegante sono perfette laladylike a mano; bene sempre le tracolle di piccole dimensioni.

Cappello e guanti: poche donne utilizzano abitualmente questi accessori estremamente femminili, e appunto si può approfittare di questa occasione per indossarli. Si possono utilizzare guantini di pelle d’inverno e di raso o di pizzo nella bella stagione. E per quanto riguarda il cappello, attenzione! L’etichetta prescrive che sia possibile indossarlo solo nel caso in cui lo faccia anche la madre della sposa! Quindi, informiamoci prima… 

Sabina Edir

Liberamente tratto da “101 look giusti per 101 occasioni”, di Claudia Mencoroni. 





giovedì 4 settembre 2014

Finestre illuminate. Well-lighted Windows.


Mi hanno sempre affascinato e attratto moltissimo, di notte, le finestre illuminate
Da bambina e sempre, poi, da ragazza e via via nel corso degli anni, non hanno smesso di suscitare in me un fascino irresistibile. Mentre passeggiavo per il centro della mia città, in periferia, lungo il mare o in un paesino della montagna. In ogni luogo, quando la notte è ormai scesa e in strada c’è poca gente oppure tanta confusione, che io sia sola o in compagnia di tante persone, in silenzio o impegnata a conversare o a ridere e scherzare, sempre, il mio occhio non può fare a meno di alzarsi e di volgere lo sguardo verso una finestra illuminata.

Chi, cosa c’è dietro? Chi vi abita? Quali oggetti, quali colori, quali persone si aggirano e vivono in quel luogo riparato ed escluso dal mondo? Cosa stanno facendo e quali conversazioni stanno avendo luogo tra di loro, in questo momento in cui io volgo lo sguardo verso l’alto? Quali sentimenti albergano oltre quei vetri illuminati dalla luce calda dell’intimità serale? Sono felici? Spesso ho immaginato di si. La sensazione è quella che al di là di quei vetri ci sia un mondo sicuro, caldo, avvolgente, fatto di sorrisi e d’amore, di belle notizie, di allegria e di risate, oppure di affetti tranquilli, pacati.

Ovviamente non può essere sempre così. Litigi, odi, rancori, dissapori, amarezze, dolori fanno visita in ogni dimora, povera o ricca che sia. Eppure, dal di fuori, dentro a quel nido illuminato la sensazione è che non possa esserci niente di cattivo. Forse, guardando dall’esterno di un mondo ormai buio e per me minaccioso, vedevo l’interno di una casa come ovviamente accogliente e sicuro. Forse, è l’illusione che basti trovarsi al riparo in un luogo familiare per sentirsi tranquilli e felici, forse, invece, è il desiderio che non possano esserci persone, che il destino ha fatto incontrare e vivere insieme, che si vogliano male o vivano infelicemente.

Forse, infine, è il desiderio e il piacere, da sempre istintivo e necessario all’uomo, di creare storie, là dove se ne dà la possibilità. E allora, una finestra illuminata può, come su uno schermo, come se il buio della notte fosse il buio di una sala cinematografica, raccontarci la storia che vi avviene al suo interno…


Sabina Edir