venerdì 19 dicembre 2014

COME MARIA ANTONIETTA…

Per chi ama il vintage, ma soprattutto per chi ama osare, l’epoca barocca può essere un grande spunto per organizzare il proprio matrimonio. Bisogna non aver paura di osare ed essere amanti dell’eccentrico. Il barocco è opulento, ricco, traboccante di dettagli, di oggetti. Sicuramente esagerato. A cominciare dal vestito, che avrà una gonna molto ampia e ben sostenuta. E una scollatura assai generosa. Pizzi, merletti, stoffe preziose ne costituiranno i dettagli. I capelli saranno raccolti in un esagerato volume. E poi guanti, scarpette decorate, gioielli. La sposa barocca non è finemente elegante, ma esageratamente accessoriata, sempre però in maniera molto femminile. 

Il barocco ha i suoi colori: l’oro innanzitutto, ma poi anche il rosa antico, il nero, il rosso in tutte le sue declinazioni. Ricchezza e opulenza dovranno apparire nella tavola piena di candele, ori, cristalli, e tutte le posate che si richiedono in un pranzo regale. Possibilmente, anche la location dovrà essere “importante” e richiamare un’atmosfera di corte. Molta attenzione va data anche ai tessuti impiegati per i tendaggi, le tovaglie, i cuscini. Il velluto va preferito senz’altro, per dare quel tocco di “antico” dovuto allo stile scelto.

L’arrivo degli sposi in una carrozza barocca con tanto di cavalli stupirà gli invitati e, per quanto riguarda la musica che accompagna i momenti salienti della cerimonia, Mozart e Vivaldi, of course…  

Sabina Edir







mercoledì 10 dicembre 2014

TEA TIME

In questa vita di oggi, dove comunichiamo spesso solo tramite un piccolo schermo, tra l’uscita dall’ufficio e una corsa in palestra, dove anche una telefonata rappresenta un evento piuttosto raro, con le amiche non ci si incontra quasi più. 
E quindi, visto che la vita che conduciamo è un po’ anche quella che ci scegliamo, perché non prenderci una mezza giornata di pausa e organizzare un , con le amiche che non riusciamo mai ad incontrare, invece di continuare a messaggiarci con loro tramite le più varie tecnologie che la modernità mette a disposizione?
Prendere un tè non è una banale questione di mettere su a bollire un po’ d’acqua e buttarci dentro una bustina, ingoiandolo di corsa prima di uscire di casa! 
Impariamo dagli orientali, anche utilizzando le nostre abitudini, oggetti e dolcetti vari, e dedichiamo a questa pausa il tempo, la pazienza e la cura di cui necessita! E quindi, perché no, organizziamo dei veri e propri inviti (ok va bene, mandiamoli pure per e-mail, ma che siano accompagnati da una cartolina vintage adatta al tema…) e poi, acquistiamo del “vero” tè, quello in foglie e non in bustina, magari lasciando alle ospiti la scelta tra diverse qualità di tè, rosso, verde, bianco, semplice o aromatizzato, deteinato oppure no. 
Tiriamo fuori ciò che abbiamo di meglio (magari appartenuto alle nostre mamme o alle nostre nonne…), in tema di tazzine, posate, piattini, teiere, tovaglie, salviettine dai colori pastello (possibilmente in stoffa, VIA almeno per una volta la carta!!), cimentiamoci con una torta in casa o, se proprio non abbiamo tempo o le capacità necessarie, acquistiamo qualche pasticcino e qualche biscotto
Organizziamo dei segnaposto, basta anche un piccolo fiore, oppure un piccolo dono per le nostre ospiti, confezionato da noi. Non facciamoci trovare in tuta, ma vestiamoci con cura e quando tutto è pronto e siamo sedute con le nostre amiche e la tazza di tè fumante in mano…. Via libera alle chiacchiere! Sicuramente apprezzeremo e ricorderemo in futuro con piacere questo raro momento passato insieme in maniera così particolare…


Sabina Edir






martedì 9 dicembre 2014

LA BIANCHERIA DI UNA VOLTA….



Oggi si dedica poco tempo alla biancheria, presi come siamo dalle mille cose da fare, e ci accontentiamo di qualche lenzuolo e asciugamano dalle tinte sgargianti e dalle stampe avveniristiche, acquistato in qualche grande magazzino nel migliore dei casi, o anche sulle bancarelle, da mettere velocemente in lavatrice e rimettere sul letto senza stirare; ma una volta la cura della biancheria era una delle attività della padrona di casa che prendeva il suo tempo. 
La biancheria era preziosa, fine, di valore, e veniva accumulata con pazienza e con cura dalla futura sposa (o meglio dalla sua famiglia) nel corso della sua fanciullezza, al fine di ottenere un non indifferente numero di lenzuola, asciugamani, tovaglie, tovaglioli e quant’altro, come parte della “dote” che la ragazza avrebbe portato con sé nella nuova famiglia.

La biancheria era preziosa perché di lino, cotone, mussola, flanella, finemente ricamata, impreziosita da cuciture fatte ad arte, bottoni pregiati, e spesso di un bianco immacolato, o dai colori tenui. E come tale veniva trattata: la biancheria doveva durare e durava anni, aveva armadi appositi dove veniva riposta, armadi che venivano puliti, areati, profumati con sacchetti ricamati a mano e riempiti di profumata lavanda, di fragrante rosmarino, di romantici petali di rosa. La biancheria era lavata con cura e stirata interamente. E quando, nei giorni di festa, la tovaglia migliore veniva stesa sul tavolo, o quando, la sera, ci si infilava tra quelle lenzuola perfettamente tese, fresche, immacolate e profumate, era una gioia per i sensi e per l’anima…


Sabina Edir