venerdì 19 dicembre 2014

COME MARIA ANTONIETTA…

Per chi ama il vintage, ma soprattutto per chi ama osare, l’epoca barocca può essere un grande spunto per organizzare il proprio matrimonio. Bisogna non aver paura di osare ed essere amanti dell’eccentrico. Il barocco è opulento, ricco, traboccante di dettagli, di oggetti. Sicuramente esagerato. A cominciare dal vestito, che avrà una gonna molto ampia e ben sostenuta. E una scollatura assai generosa. Pizzi, merletti, stoffe preziose ne costituiranno i dettagli. I capelli saranno raccolti in un esagerato volume. E poi guanti, scarpette decorate, gioielli. La sposa barocca non è finemente elegante, ma esageratamente accessoriata, sempre però in maniera molto femminile. 

Il barocco ha i suoi colori: l’oro innanzitutto, ma poi anche il rosa antico, il nero, il rosso in tutte le sue declinazioni. Ricchezza e opulenza dovranno apparire nella tavola piena di candele, ori, cristalli, e tutte le posate che si richiedono in un pranzo regale. Possibilmente, anche la location dovrà essere “importante” e richiamare un’atmosfera di corte. Molta attenzione va data anche ai tessuti impiegati per i tendaggi, le tovaglie, i cuscini. Il velluto va preferito senz’altro, per dare quel tocco di “antico” dovuto allo stile scelto.

L’arrivo degli sposi in una carrozza barocca con tanto di cavalli stupirà gli invitati e, per quanto riguarda la musica che accompagna i momenti salienti della cerimonia, Mozart e Vivaldi, of course…  

Sabina Edir







mercoledì 10 dicembre 2014

TEA TIME

In questa vita di oggi, dove comunichiamo spesso solo tramite un piccolo schermo, tra l’uscita dall’ufficio e una corsa in palestra, dove anche una telefonata rappresenta un evento piuttosto raro, con le amiche non ci si incontra quasi più. 
E quindi, visto che la vita che conduciamo è un po’ anche quella che ci scegliamo, perché non prenderci una mezza giornata di pausa e organizzare un , con le amiche che non riusciamo mai ad incontrare, invece di continuare a messaggiarci con loro tramite le più varie tecnologie che la modernità mette a disposizione?
Prendere un tè non è una banale questione di mettere su a bollire un po’ d’acqua e buttarci dentro una bustina, ingoiandolo di corsa prima di uscire di casa! 
Impariamo dagli orientali, anche utilizzando le nostre abitudini, oggetti e dolcetti vari, e dedichiamo a questa pausa il tempo, la pazienza e la cura di cui necessita! E quindi, perché no, organizziamo dei veri e propri inviti (ok va bene, mandiamoli pure per e-mail, ma che siano accompagnati da una cartolina vintage adatta al tema…) e poi, acquistiamo del “vero” tè, quello in foglie e non in bustina, magari lasciando alle ospiti la scelta tra diverse qualità di tè, rosso, verde, bianco, semplice o aromatizzato, deteinato oppure no. 
Tiriamo fuori ciò che abbiamo di meglio (magari appartenuto alle nostre mamme o alle nostre nonne…), in tema di tazzine, posate, piattini, teiere, tovaglie, salviettine dai colori pastello (possibilmente in stoffa, VIA almeno per una volta la carta!!), cimentiamoci con una torta in casa o, se proprio non abbiamo tempo o le capacità necessarie, acquistiamo qualche pasticcino e qualche biscotto
Organizziamo dei segnaposto, basta anche un piccolo fiore, oppure un piccolo dono per le nostre ospiti, confezionato da noi. Non facciamoci trovare in tuta, ma vestiamoci con cura e quando tutto è pronto e siamo sedute con le nostre amiche e la tazza di tè fumante in mano…. Via libera alle chiacchiere! Sicuramente apprezzeremo e ricorderemo in futuro con piacere questo raro momento passato insieme in maniera così particolare…


Sabina Edir






martedì 9 dicembre 2014

LA BIANCHERIA DI UNA VOLTA….



Oggi si dedica poco tempo alla biancheria, presi come siamo dalle mille cose da fare, e ci accontentiamo di qualche lenzuolo e asciugamano dalle tinte sgargianti e dalle stampe avveniristiche, acquistato in qualche grande magazzino nel migliore dei casi, o anche sulle bancarelle, da mettere velocemente in lavatrice e rimettere sul letto senza stirare; ma una volta la cura della biancheria era una delle attività della padrona di casa che prendeva il suo tempo. 
La biancheria era preziosa, fine, di valore, e veniva accumulata con pazienza e con cura dalla futura sposa (o meglio dalla sua famiglia) nel corso della sua fanciullezza, al fine di ottenere un non indifferente numero di lenzuola, asciugamani, tovaglie, tovaglioli e quant’altro, come parte della “dote” che la ragazza avrebbe portato con sé nella nuova famiglia.

La biancheria era preziosa perché di lino, cotone, mussola, flanella, finemente ricamata, impreziosita da cuciture fatte ad arte, bottoni pregiati, e spesso di un bianco immacolato, o dai colori tenui. E come tale veniva trattata: la biancheria doveva durare e durava anni, aveva armadi appositi dove veniva riposta, armadi che venivano puliti, areati, profumati con sacchetti ricamati a mano e riempiti di profumata lavanda, di fragrante rosmarino, di romantici petali di rosa. La biancheria era lavata con cura e stirata interamente. E quando, nei giorni di festa, la tovaglia migliore veniva stesa sul tavolo, o quando, la sera, ci si infilava tra quelle lenzuola perfettamente tese, fresche, immacolate e profumate, era una gioia per i sensi e per l’anima…


Sabina Edir






martedì 18 novembre 2014

La pioggia. The rain.

Pioggia

La pioggia ha un vago segreto di tenerezza
una sonnolenza rassegnata e amabile,
una musica umile si sveglia con lei
e fa vibrare l'anima addormentata del paesaggio.

È un bacio azzurro che riceve la Terra,
il mito primitivo che si rinnova.
Il freddo contatto di cielo e terra vecchi
con una pace da lunghe sere.

È l'aurora del frutto. Quella che ci porta i fiori
e ci unge con lo spirito santo dei mari.
Quella che sparge la vita sui seminati
e nell'anima tristezza di ciò che non sappiamo.

La nostalgia terribile di una vita perduta,
il fatale sentimento di esser nati tardi,
o l'illusione inquieta di un domani impossibile
con l'inquietudine vicina del color della carne.

L'amore si sveglia nel grigio del suo ritmo,
il nostro cielo interiore ha un trionfo di sangue,
ma il nostro ottimismo si muta in tristezza
nel contemplare le gocce morte sui vetri.

E son le gocce: occhi d'infinito che guardano
il bianco infinito che le generò.

Ogni goccia di pioggia trema sul vetro sporco
e vi lascia divine ferite di diamante.
Sono poeti dell'acqua che hanno visto e meditano
ciò che la folla dei fiumi ignora.

O pioggia silenziosa; senza burrasca, senza vento,
pioggia tranquilla e serena di campani e di dolce luce,
pioggia buona e pacifica, vera pioggia,
quando amorosa e triste cadi sopra le cose!

O pioggia francescana che porti in ogni goccia
anime di fonti chiare e di umili sorgenti!
Quando scendi sui campi lentamente
le rose del mio petto apri con i tuoi suoni.

Il canto primitivo che dici al silenzio
e la storia sonora che racconti ai rami
il mio cuore deserto li commenta
in un nero e profondo pentagramma senza chiave.

La mia anima ha la tristezza della pioggia serena,
tristezza rassegnata di cosa irrealizzabili,
ho all'orizzonte una stella accesa
e il cuore mi impedisce di contemplarla.

O pioggia silenziosa che gli alberi amano
e sei al piano dolcezza emozionante:
da' all'anima le stesse nebbie e risonanze
che lasci nell'anima addormentata del paesaggio!


Federico Garcia Lorca

a cura di Sabina Edir






lunedì 10 novembre 2014

IL FASCINO DEL NERO. BLACK CHARM.

Da sempre è il colore dell’eleganza, delle serate importanti, del fascino femminile. Il nero può dar vita a stili ed effetti molto diversi, a seconda se lungo e fasciante, magari con tacchi da capogiro, con pizzo, tulle, su abiti minimal o barocchi, con spacchi vertiginosi o pudici e rigorosi vestiti accollati. Ecco quindi una serie di interpretazioni del nero, per tutti i gusti e le personalità.


Sabina Edir





lunedì 3 novembre 2014

Abiti da Sposa senza maniche. Sleeveless Wedding Dresses‏.



"Le spalle di una donna sono gli avamposti della sua mistica. E il suo collo, se è vivo, ha tutto il mistero di una città di confine; di una terra di nessuno".
Al Pacino, L'avvocato del diavolo, 1997.

a cura di Barbara Bocedi





sabato 18 ottobre 2014

L'arrivo della sposa. Bride's coming!


Il momento dell’arrivo della sposa (o degli sposi, come si usa a volte al giorno d’oggi) sul luogo della cerimonia è uno dei momenti più attesi del matrimonio. I parenti e gli amici sono tutti lì ad attendere, chiedendosi cosa vedranno all’arrivo dei protagonisti di quel giorno a loro dedicato.

Anche perché non è detto che vedano arrivare una classica auto d’epoca o una Limousine. Da alcuni anni ormai, infatti, si utilizzano i mezzi più originali per arrivare alla cerimonia, chiaramente in sintonia con il tema del matrimonio. E ciò può servire anche ad "alleggerire" budget matrimoniali troppo onerosi... 

Che sia su una Fiat 500 o in Limousine, sull’utilitaria che usiamo tutti i giorni, su una Lambretta per un matrimonio stile anni ’50 , in carrozza o in calesse con tanto di cavalli per le nozze in stile vintage, il mezzo con cui arriveremo davanti all’altare è fondamentale per dare il colpo di scena e lo stile giusto a tutto il resto della cerimonia. 


Sabina Edir




domenica 14 settembre 2014

La borsa. The bag.


Borsa a mano, a spalla, tracolla, shopping bag, bauletto, busta, sacca, marsupio, pochette, clutch… qualsiasi sia la sua forma e il suo materiale, la borsa è quel “contenitore” in cui portiamo con noi il nostro mondo
Ne abbiamo una oppure 100, del colore “che sta bene su tutto” oppure delle tinte più audaci, grandi quasi quanto una valigetta, o mini tanto da contenere appena un pacchetto di fazzoletti e le chiavi di casa, di marca o acquistate alla bancarella. Scelte con estrema cura o acquistate per caso, abbinate al resto del nostro outfit o no… le donne non potranno mai fare a meno di questo accessorio quando varcano la soglia di casa…

Sabina Edir




venerdì 12 settembre 2014

IL FASCINO DELLA MODA VINTAGE. VINTAGE FASHION.



Ci riscopriamo, già da qualche tempo, amanti del vintage seguendo lo stile, i materiali e i colori in uso nella moda dagli anni '20 agli anni '80.

Le donne soprattutto strizzano l’occhio allo stile retrò, ma anche ultimamente qualche maschietto desideroso di apparire elegante, oltre i dettami della moda attuale.

Perchè no? In fondo lo stile vintage ha numerosi aspetti positivi: prevede cura delle linee e dei tessuti, attenzione ai dettagli, utilizzo di accessori glamour, e soprattutto sottolinea la nostra femminilità come, ahimè, purtroppo la moda attuale non sempre fa. 

E quindi via a mise bon ton, composte da capi riscoperti negli armadi delle nostre mamme o delle nostre nonne o acquistati in mercatini ben forniti, per uno stile retrò sempre originale (difficilmente troveremo qualcuna che indossa il nostro stesso vestitino anni ’50 o la nostra stessa spilla “rubata” alla nonna…).

Inoltre, i capi vintage non passano mai di moda e difficilmente mancano di buon gusto.

Ecco qualche esempio di capo vintage: pantaloni strettissimi, a sigaretta, con vita alta (che scopriremo essere anche molto più comodi degli attuali pantaloni a vita bassa e molto più “gentili” con le nostre forme a volte un po’ arrotondate!), vestitini bon ton, gonne di chiffon, cappotti dalle linee femminili, colletti in pizzo, golfini corti, trench, cappellini e cappelli a falda larga, e poi accessori come foulard, occhiali molto grandi, spille, borse a mano, braccialetti dall’aria preziosa.

Attenzione però agli accostamenti! Un outfit vintage poco studiato può risultare fuori luogo o di poco gusto! Bisognerà imparare a effettuare gli accostamenti giusti, trovare ciò che ci sta bene oppure accostare solo qualche capo vintage ad altri capi più attuali.

Sabina Edir 






martedì 9 settembre 2014

Per le Inviate. DRESS CODE RULES.


INVITATE A UN MATRIMONIO

Siamo nella condizione ideale: abbiamo l’autorizzazione a toglierci qualche sfizio di stravaganza ed eleganza meno quotidiana, ma non abbiamo lo stress dei riflettori puntati addosso.

Niente bianco e niente nero. Per quanto la sposa possa decidere di vestirsi di viola, il bianco è il suo colore (unica eccezione si fa per le bambine damigelle) e vestirsi di bianco rimane inappropriato, pur se in foggia sobria e dimessa, e può sottendere un pizzico di desiderio di prevalere sulla protagonista dell’evento.

Quanto al nero, è categoricamente sconsigliato in chiesa, ma non è una scelta vincente neppure per le cerimonie civili. Di giorno è stonato e di sera scontato. A meno che non sia previsto e quindi permesso dal dresscode della cerimonia stessa. Inoltre, stiamo parlando di un matrimonio, l’unica occasione in cui possiamo sfoggiare mise più ricercate e anche un pizzico eccentriche senza sembrare fuori luogo. Approfittiamone!

I colori sono tutti ammessi, dai più tenui ai più brillanti. Anche le stampe vanno bene, purché non siano troppo aggressive o animalier.

Per quanto riguarda i modelli, via libera ad abiti ed abitini, mai troppo corti: lunghi per matrimoni di sera, fluttuanti e scollati per matrimoni in riva al mare, bon ton e strutturati per cerimonie in campagna o in stile retrò.

Evitate scollature e spacchi eccessivi e, in ogni caso, prevedete di coprire spalle e décolleté se la cerimonia si svolge in chiesa, anche si è in piena estate! Si può sempre scegliere tra giacchini e scialli dai tessuti impalpabili, da togliere una volta uscite dalla chiesa. 

L’alternativa al vestito è lo spezzato, sia con gonna che con pantalone.

Ovviamente, qualsiasi sia la scelta che faremo, il risultato finale dovrà mettere in risalto le nostre forme e il nostro incarnato, senza dimenticare che, in un abito scomodo, staremo a disagio per l’intera durata del matrimonio.

Infine, ma non meno importante, è la cura per i dettagli. Le scarpe devono essere belle, ma anche praticabili per l’intero evento. Investite su un buon paio di scarpe tacco 8 o 10, che vi slanci ma non vi faccia patire le pene dell’inferno. Se è primavera o estate, vanno bene anche i sandali.

L’etichetta vorrebbe le calze anche con quaranta gradi e, se fino a giugno si può optare per un impalpabile collant color cipria molto chiaro, ad agosto molte donne oggi si sentono finalmente libere di non indossarle.

La borsa: si può scegliere tra quella piccola e senza manico (clutch o minaudière) nel caso di una cerimonia serale, mentre di giorno e con un outfit elegante sono perfette laladylike a mano; bene sempre le tracolle di piccole dimensioni.

Cappello e guanti: poche donne utilizzano abitualmente questi accessori estremamente femminili, e appunto si può approfittare di questa occasione per indossarli. Si possono utilizzare guantini di pelle d’inverno e di raso o di pizzo nella bella stagione. E per quanto riguarda il cappello, attenzione! L’etichetta prescrive che sia possibile indossarlo solo nel caso in cui lo faccia anche la madre della sposa! Quindi, informiamoci prima… 

Sabina Edir

Liberamente tratto da “101 look giusti per 101 occasioni”, di Claudia Mencoroni. 





giovedì 4 settembre 2014

Finestre illuminate. Well-lighted Windows.


Mi hanno sempre affascinato e attratto moltissimo, di notte, le finestre illuminate
Da bambina e sempre, poi, da ragazza e via via nel corso degli anni, non hanno smesso di suscitare in me un fascino irresistibile. Mentre passeggiavo per il centro della mia città, in periferia, lungo il mare o in un paesino della montagna. In ogni luogo, quando la notte è ormai scesa e in strada c’è poca gente oppure tanta confusione, che io sia sola o in compagnia di tante persone, in silenzio o impegnata a conversare o a ridere e scherzare, sempre, il mio occhio non può fare a meno di alzarsi e di volgere lo sguardo verso una finestra illuminata.

Chi, cosa c’è dietro? Chi vi abita? Quali oggetti, quali colori, quali persone si aggirano e vivono in quel luogo riparato ed escluso dal mondo? Cosa stanno facendo e quali conversazioni stanno avendo luogo tra di loro, in questo momento in cui io volgo lo sguardo verso l’alto? Quali sentimenti albergano oltre quei vetri illuminati dalla luce calda dell’intimità serale? Sono felici? Spesso ho immaginato di si. La sensazione è quella che al di là di quei vetri ci sia un mondo sicuro, caldo, avvolgente, fatto di sorrisi e d’amore, di belle notizie, di allegria e di risate, oppure di affetti tranquilli, pacati.

Ovviamente non può essere sempre così. Litigi, odi, rancori, dissapori, amarezze, dolori fanno visita in ogni dimora, povera o ricca che sia. Eppure, dal di fuori, dentro a quel nido illuminato la sensazione è che non possa esserci niente di cattivo. Forse, guardando dall’esterno di un mondo ormai buio e per me minaccioso, vedevo l’interno di una casa come ovviamente accogliente e sicuro. Forse, è l’illusione che basti trovarsi al riparo in un luogo familiare per sentirsi tranquilli e felici, forse, invece, è il desiderio che non possano esserci persone, che il destino ha fatto incontrare e vivere insieme, che si vogliano male o vivano infelicemente.

Forse, infine, è il desiderio e il piacere, da sempre istintivo e necessario all’uomo, di creare storie, là dove se ne dà la possibilità. E allora, una finestra illuminata può, come su uno schermo, come se il buio della notte fosse il buio di una sala cinematografica, raccontarci la storia che vi avviene al suo interno…


Sabina Edir




domenica 17 agosto 2014

Matrimonio sotto la pioggia. Wedding under rain.

Matrimonio sotto la pioggia. Wedding under rain.


"Fa del tuo amore una pioggia di Baci sulle mie labbra".
Percy B, Shelley


Se nuvoloni oscuri si appressano all'orizzonte, con propositi minacciosi, proprio nel giorno più atteso della vostra vita, ad alcune potrebbe venire istintivo seguire il moto della cappa plumbea che vi pende sul capo, appesa ad un crine, come la memorabile spada di Damocle, e vergare il proprio viso con le lacrime della delusione.
Interverranno, allora, stuoli di mamme, zie, parenti acquisite, vicine di casa e perfino passanti dall'animo sensibile, che vi si accosteranno, abbracciando il vostro sconforto con un sorriso rassicurante e appoggiando una mano sulla vostra, in un gesto complice. Come depositarie di una sapienza ancestrale, vi diranno, in un soffio: "Sposa bagnata, Sposa fortunata".
Non sarete esattamente in voi stesse e ingoierete risposte sarcastiche o isteriche, sempre che non le manifestiate pubblicamente, nella bonaria comprensione generale.
E invece io, lungi dal consolarvi munita di candidi fazzolettini, vi invito a sorridere, increspando sulle vostre labbra rosate la curva di un arcobaleno. Non sottovalutare l'occasione che il cielo vi concede!
Cosa c'è di più romantico di un bacio sotto la pioggia, avvolti l'uno nell'altro, sotto l'effimera protezione di un ombrello? Mi fa tornare in mente le sequenze cinematografiche dei film in bianco e nero, quell'accostarsi di bocche in un brivido di passione e desiderio, in pose pudiche e, per questo, ancora più passionali.
E se, oltre alla dolcezza di due corpi che si cercano, per restare uniti in un abbraccio osmotico nelle bufere reali e metaforiche, avete anche un'indole ironica e anticonformista, non potrete non adorare corredare il vostro abito da sposa, se pur degno della più irreprensibile principessa, con stivali in gomma e ombrelli in colori sgargianti, a contrasto con il candore dell'evento, o in nuance delicate e prettamente nuziali.
Esistono parapioggia che rientrerebbero nei gusti dell'amata Sissi, con balze e volants, o trasparenti, come cupole di cristallo appannato, in cui celare il vostro amore.
Il freddo? Il fastidio di trascinare uno strascico di duchesse intrisa d'acqua? Ragazze... la sposa sulle nuvole ci cammina sopra, qualunque condizione atmosferica o calamità le si abbatta contro. Sarete ebbre di felicità, ubriache di pioggia, vita ed emozione e, dopo qualche mese, vi ritroverete fra le mani, con un misto di nostalgia ed orgoglio, un album che vi ritrae in fotografie strepitose.

"Anche se piove non mi bagnerò, userò il tuo amore come un ombrello".
Canzone popolare Giapponese


Emma Fenu





mercoledì 13 agosto 2014

Un matrimonio dal fascino d'altri tempi.

I VOSTRI PREPARATIVI.
REAL WEDDINGS.

Quando per la prima volta abbiamo cominciato a parlare di sposarci, io ho iniziato subito le mie ricerche. Non sapevo bene cosa volevo, ma ero certa che il mio matrimonio avrebbe avuto un non so che di antico, di polveroso, di tempi passati... Sono una nostalgica per natura!
Le ricerche on line mi hanno portata a fare la conoscenza di un gruppo di shabby sposine scalmanate, che ho adorato sin da subito. E dalle idee e discussioni di questa allegra combriccola virtuale hanno iniziato a prendere forma i miei preparativi.
Sin da ragazzina sapevo di volermi sposare col cappello in testa, perché è l'accessorio che amo di più in assoluto; non avevo ancora chiaro il modello di copricapo che desideravo. Poi, l'illuminazione: cappello da dama di metà Ottocento, tipo quelli di Rossella O'Hara per intenderci.
Partendo da lì, l'abito è scaturito di conseguenza: completamente in tulle bianco latte, con la gonna composta da cinque strati di tulle semplice e l'ultimo, in superficie, a pois tono su tono; taglio a vita alta (per camuffare la "generosità" di Madre Natura sui miei fianchi); cintura in vita di seta a fiori sui toni del verde e del rosa cipria; corpetto decorato con perle e swarowski; cappello a falda larga con nastro e fiore della stessa seta della cintura; scarpa spuntata tacco 12 color cipria. 
Per finire, bouquet di peonie rosa chiaro, ortensie azzurre, roselline bianche a grappolo e gypsophila, tutto legato da un nastro color cipria e uno in pizzo bianco, tenuti fermi da una spilla con cameo
I capelli, mossi naturali, erano semplicemente girati sullo spallino sinistro; indossavo solo due orecchini a bottoncino e un braccialetto, tutto di perle.
Mia sorella era la mia damigella d'onore e testimone: indossava un bellissimo abito turchese in duchesse e voile, disegnato da lei, con le scarpe e la pochette color cipria. Al polso, portava una peonia fresca legata da un nastro bianco. Le mani erano libere, perché doveva portare il cuscino delle fedi handmade: a forma di cuore, in cotone stampato a roselline shabby color magenta e decorato da pizzo e nastrini. 
Le mie due migliori amiche mi hanno fatto da damigelle: vestitino disegnato da me stile Chanel, di cotone grezzo color verde menta con nastro in vita e scarpe in tinta e in mano un mini bouquet simile al mio.
L'auto che mi ha portata in chiesa (con venticinque minuti di ritardo -.-' ) era una Jaguar degli anni '70 decorata da una ghirlanda di fiori posata sul cofano anteriore e legata ai due specchietti laterali. 
Giunta a destinazione e scesa dall'auto, piccolo incidente di percorso: mi vola via il cappello, prontamente recuperato dal mio papà. 
Sulle scale, trovo esattamente quello che avevo chiesto alla fiorista: sei cassette di legno, di cui quattro riempite di fiori di campo e due contenenti i coni porta grano (sono allergica al riso) fatti da me e da mio marito con sottotorta in carta pizzo bianchi e semplice carta rosa.
Entro in chiesa,decorata perfettamente e semplicemente seguendo lo stesso filo conduttore dei fiori del mio bouquet, e mi scappa la lacrimuccia di rito appena vedo il mio amore di tutta una vita... 
Abito sartoriale color antracite, taglio classico ma sempre attuale; appuntata sulla giacca, la boutunniere di ortensie e gypsophila legata da una catenella di cotone all'uncinetto. Uguale per tutti gli uomini della famiglia: padri, fratelli e cognati degli sposi.
Sui banchi, gli invitati hanno trovato delle buste di carta bianche su cui avevo scritto a mano le nostre iniziali e la data del matrimonio, chiuse da un nastrino rosa cipria, che contenevano: ventaglio bianco legato da nastrino, libretto messa creato da me con copertina in fantasia di roselline shabby, un fazzolettino imbustato con etichetta "Per le vostre lacrime di gioia".
All'uscita, due ceste attendevano gli ospiti: una conteneva delle strisce di tulle da legare allo specchietto o all'antenna dell'auto (da noi si usa così), l'altro le mappe per raggiungere il ristorante... tutto molto apprezzato e rigorosamente handmade!
Dopo le romantiche foto in un vecchio casale di campagna abbandonato e nel meraviglioso centro storico di un paesino vicino, abbiamo raggiunto già stanchi il luogo del ricevimento.
La cena si è svolta in un caratteristico agriturismo del mio splendido Salento.
Per trovare il loro posto, gli ospiti hanno consultato il tableau realizzato da me e dalla mia famiglia: un'antica valigia in lamiera di imprecisato metallo, proveniente da un mercatino dell'usato, posta in verticale e semi aperta su un tavolino con tovaglie di pizzo; l'interno era già stato rivestito da noi con un altro dei miei amati tessuti stampati a rose shabby; da un lato all'altro della valigia passavano due fili di cotone intrecciato tra loro paralleli a cui erano appesi i cartellini con i nomi dei tavoli e degli ospiti decorati sempre dalla solita stampa floreale. Qua e là, collane di perle e nastri di pizzo sparsi. I tavoli portavano il nome dei miei romanzi preferiti: Orgoglio e Pregiudizio, Ragione e Sentimento, Cipria e Merletti...
Gli ottantacinque invitati sono stati accolti da lunghe tavolate coperte da tovagliati color cipria e adornate da centrotavola un po' particolari: teiere in porcellana dalle linee classiche, recuperate da anziane parenti e mercatini, riempite di fiori di campo dall'aspetto un po' selvatico, quasi come appena raccolti. Tra una teiera e l'altra, piccole candele bianche rendevano romantica l'atmosfera. Il centrotavola di noi sposi, seduti al tavolo con le nostre famiglie, era una meravigliosa alzatina a due piani in ferro bianco con piattini in vetro, sui quali erano adagiati dei cuscini di fiori.
Ogni ospite aveva il suo segnaposto, sempre fatto da me: un rettangolino di carta millerighe, posto in verticale, sempre con la solita stampa floreale, su cui leggere il menu della cena da una parte e una citazione dal libro di cui il loro tavolo portava il nome dall'altra.
Dopo la cena e i balli sfrenati, gli ospiti hanno letteralmente preso d'assalto il tavolino della confettata: i confetti, in cinque diversi gusti specificati su appositi cartellini, erano serviti in altrettante alzatine di cristallo prestate da zie e parenti varie. I un angolino, antichi libri, pizzi e segnalibri d'argento creavano il giusto romanticismo.
Infine, abbiamo tagliato la torta: tre piani, ricoperta di pasta di zucchero bianca, con pois a rilievo tono su tono e un semplice cake topper di peonie rosa, sempre in pasta di zucchero.
Alla realizzazione delle bomboniere, un appendi strofinacci a forma di teiera, ha partecipato tutta la mia splendida famiglia: il mio papà-Geppetto ha ritagliato il legno a forma di teiera; insieme a mio fratello le ha dipinte di color magnolia; con mio marito ci ha applicato i gancetti per gli strofinacci e quello posteriore per appendere la teiera al muro; io ci ho scritto a matita "It's tea time!" e mia sorella l'ha ripassato a pennello e ha dipinto i pois su tutta la superficie; mia madre ha applicato la stoffa e la passamaneria; infine io le ho confezionate in scatole di carta beige con ficco di pizzo. Anche i confetti all'interno li ho imbustati io... uno per uno!
La festa è finita alle quattro del mattino seguente e, per i pochi intimi sopravvissuti ai balli, mio marito aveva riservato una bella sorpresa: whisky e sigari a volontà... Molto apprezzato!
Posso concludere dicendo che è stato un matrimonio all'insegna del risparmio, dettato un po' dalla criticità del periodo e un po' dal mio essere contraria allo spreco in un mondo in cui la fame è una piaga sociale non trascurabile. Ho amato tutto del nostro matrimonio, proprio tutto, ma soprattutto, ho amato, amo e amerò sempre l'uomo che ho sposato quel meraviglioso, caldo giorno di giugno dello scorso anno.

Francesca De Luca



Salvatore Crusi Photographer

lunedì 11 agosto 2014

I Dettagli dell'abito da Sposa



"I dettagli fanno la perfezione e la perfezione non è un dettaglio".
Leonardo da Vinci 


A volte non è un vestito intero a colpirci, quanto un suo unico e preciso dettaglio: una manica che avvolge con eleganza il braccio, un colletto ricamato, una gonna a balze, una fila di graziosi bottoni dall’aria antica, la vaporosità di un tulle, la tonalità particolare di una stoffa, la bellezza di un ricamo. Tanti dettagli per ispirarci e creare il proprio unico e speciale abito da sposa...


Sabina Edir