sabato 22 febbraio 2014

Dolcezza al Cioccolato. Wedding themed Chocolate.


"Tutto ciò di cui ho bisogno è amore. Ma un po' di cioccolata, ogni tanto, non fa male".
Lucy van Pelt, in Charles M. Schulz, Peanuts

"Beato cioccolato, che dopo aver corso il mondo, attraverso il sorriso delle donne, trova la morte nel bacio saporito e fondente delle loro bocche".
Anthelme Brillat-Savarin

Il color cioccolato è estremamente elegante e sofisticato, mai banale, ottima base su cui accostare colori chiari o pastello, per scongiurare l'effetto zuccheroso da mega cupcake, ma, anche declinato solo nelle sue calde sfumature, che vanno dal marrone intenso al crema, garantisce un'atmosfera delicata, ma di carattere.
Può essere perfetto per l'abito della sposa, soprattutto se limitato a pochi dettagli, come una cintura o le scarpe, ma darà il meglio di sè nelle partecipazioni, nel tableau de mariage, nei centrotavola e, ovviamente, nella torta nuziale e nello sweet table, quest'ultimo un vero trionfo di prelibatezza e abilità pasticcera. Come non cedere alla tentazione di una festa inebriante e passionale come un morso di cioccolato?!


Emma Fenu








Il Giardino Segreto.The Secret Garden Wedding.

C'è uno stile che mi affascina particolarmente. 
Racconta di giardini segreti, di note romantiche e di vecchi ricordi. 
Ha il sapore del passato, richiama alla mente desideri nascosti ma racconta anche di uno stile intenso e passionale, un mix tra il Gothic romantico, lo Shabby e il Victorian Noir Style. Quando parlo di questo stile solitamente noto due reazioni, uno di amore a prima vista e uno di rifiuto quasi inorridito. Questo non è sicuramente uno stile adatto a tutti ma a mio avviso ha un non so ché di misterioso, fiabesco e chic. 
In questo periodo, a fine inverno, quando la neve comincia a sciogliersi e la natura si prepara a risvegliarsi dal lungo sonno, possiamo scoprire giardini bellissimi dipinti solo dei fiori più resistente e ricoperti da un verde che si fa spazio disordinatamente poiché non è ancora giunto il momento della potatura. L'atmosfera sembra essere appena uscita dal noto libro The Secret Garden, di Frances Hodgson Burnett, uno tra i miei preferiti. 
Così mi ritrovo a immaginare un'antica villa abbandonata adibita per l'occasione
Una scalinata piene di rose bianche che sbucano tra edere intrecciate, adornate da bianche candele. Un abito avorio, in stile vittoriano o gothico, come quello di una dea o di una fata, con qualche inserto noir in pizzo o raso che sottolinea il carattere forte e deciso di chi lo indossa. 
Un vecchio pianoforte suona dolci note celtiche, il giardino si apre in labirintici archi di siepi e qualche albero è abbellito con delle gabbie in ferro un po arrugginito. Chi di voi rinuncerebbe ad un incontro romantico in questo luogo intriso di mistero e incanto? E se tale scenario fosse lo sfondo del giorno più bello della vostra vita? Diamo sfogo ai nostri sogni e prepariamo ricorrenze, feste e momenti speciali ricreando ciò magari proprio nel giardino di casa nostra. 
Gli accessori essenziali sono candelabri, petali di rosa, edere, candele, gabbie, lanterne, ma anche sacchetti di sementi confezionati con pizzo e rafia da mettere come segna posto, posate in argento e calici in stile gothic. Possiamo preparare delle ghirlande, intrecciando verti arbusti e abbellendole di nastri in raso, che possiamo usare poi come sottopiatti. Possiamo sistemare infine degli specchi neri in stile shabby, in legno o ferro battuto, appendendoli sugli alberi o in punti strategici per ricreare magici bagliori e suggestivi riflessi. 
Diamo sfogo alle nostre idee, giocando su equilibri di purezza e mistero. Non cadiamo nel macabro e non esageriamo con il romantico, tutto deve essere dosato con cura. La parola magica è mistero, come quello che suscita il ritrovare un'antica chiave arrugginita e scoprire che questa apre la porta di un'altro mondo. Ricreare il nostro giardino segreto sarà allora un po come credere, ancora una volta, nella magia dei nostri sogni.


Silvia Montis

tratto da


mercoledì 19 febbraio 2014

La Bella e la Bestia. The Beauty and the Beast Wedding.

"C'era una volta un mercante che era ricco sfondato. [...]
Le sue figlie erano bellissime: la minore soprattutto era una maraviglia, e da piccola la chiamavano la bella bambina, e di qui le rimase il soprannome di Bella, che fu poi cagione di gran gelosia per le sue sorelle. [...] Esse si ridevano della sorella minore, perché spendeva una gran parte del suo tempo nella lettura dei buoni libri. [...]
Quand'ecco che tutto a un tratto il mercante fece un gran fallimento e non gli rimase altro che una piccola casa assai lontana dalla città. [...]
Era corso un anno dacché questa famiglia viveva lontana dalla città, quando il mercante ebbe una lettera nella quale gli si diceva che un bastimento, carico di mercanzie, di sua proprietà, era arrivato felicemente! [...]
"E tu non vuoi che ti compri nulla?", le disse suo padre.
"Poiché siete tanto buono da pensare a me", ella rispose, "fatemi il piacere di portarmi una rosa: che in questi posti non ci fanno." [...]
Durante il viaggio di ritorno, il padre si smarrì e perdé la strada. [...] S'avviò da quella parte, e poté distinguere che quella luce usciva da un gran palazzo, che era tutto illuminato. [..]
Il buon uomo, passando sotto un pergolato di rose si ricordò che la Bella gliene aveva chiesta una, e staccò un tralcio dove ce n'erano parecchie bell'e sbocciate.
In quel punto stesso sentì un gran rumore e vide venirsi incontro una bestia così spaventosa, che ci corse poco non cascasse svenuto:
"Voi siete molto ingrato", disse la Bestia con una voce da far rabbrividire, "vi ho salvata la vita accogliendovi nel mio castello, e in ricambio voi mi rubate le mie rose" [...] Mi avete detto che avete delle figliuole: ebbene, io potrò perdonarvi a patto che una di codeste figliuole venga qui a morire volontariamente nel posto vostro". [...]

Ogni giorno che passava, la Bella scopriva nuovi pregi nel mostro. A furia di vederlo, aveva fatto l'occhio alle sue bruttezze, e invece di temere il momento della sua visita, ella guardava spesso l'orologio per vedere quanto mancava alle nove, perché la Bestia a quell'ora era sempre precisa.
Una sola cosa metteva di mal umore la Bella; ed era che tutte le sere, avanti di andare a letto, il mostro le domandava se voleva essere sua moglie, e rimaneva mortificatissimo quand'essa rispondeva di no. [...]

"Vorrei piuttosto morire", disse il mostro, "che darvi un dispiacere; io vi manderò da vostro padre: voi resterete con lui e la vostra Bestia morirà di dolore."
"No", rispose la Bella piangendo, "io vi voglio troppo bene per essere cagione della vostra morte. Vi prometto di ritornare fra otto giorni. Mi avete fatto vedere che le mie sorelle sono maritate e che i miei fratelli sono partiti per l'armata. Il mio povero padre è rimasto solo; lasciatemi almeno una settimana con lui." [...]
"Voi vivrete per diventare mio sposo: da questo momento io vi do la mia mano, e giuro che non sarò d'altri che di voi. Ohimè! io credeva di non aver per voi che dell'amicizia, ma il dolore che sento mi fa credere che non potrei più vivere senza vedervi."
Appena la Bella ebbe pronunziato queste parole, [...] La Bestia era sparita, ed essa non vide ai suoi piedi che un Principe bello come un amore, il quale la ringraziava per aver rotto il suo incantesimo. [...] Le disse il Principe, "una fata maligna mi aveva condannato a restare sotto quell'aspetto finché una bella fanciulla non avesse acconsentito a sposarmi."

Tratto da Charles Perrault, La Bella e la Bestia

La favola di Perrault mette in scena, per l'ennesima volta nella letteratura occidentale, il mito delle tre dee. Dal giudizio di Paride di omerica memoria, all'Asino d'oro narrato da Apuleio, alla Divina Commedia, fino a Shakespeare, Cecov e Turgeniev, passando per i Fratelli Grimm, ritroviamo il racconto della giusta scelta che l'uomo deve compiere per essere felice.
Tralasciando la lettura allegorica che riconduce alle parche, proposta da Freud nella Psicanalisti del Genio, è impossibile non notare come, in nome della purezza dell'Amore, le figure femminili vincitrici sono coloro che si distinguono per bontà e per bellezza non ostentata, che traspare nelle fattezze per celebrare quella, ancor più grande, dell'animo.
Le principesse contemporanee, fortunatamente, sono donne che si mostrano capaci ed indipendenti, non certo nascoste nell'ombra di castelli o case solitarie, protagoniste della propria vita in prima persona, ma, nonostante ciò, capaci di sognare la fiaba che inneggia ai sentimenti più autentici.
Se amate l'evolversi romantico de La Bella e la Bestia, se volete cogliere l'essenza delle cose, se preferite un libro o un fiore allo sfarzo, allora siete pronte per un matrimonio che abbia tale favola come filo conduttore!
Circondatevi di libri, candelabri, orologi a pendolo, tazzine e teiere, optate per una palette che contempli l'elegante contrasto fra color oro e blu, e non dimenticate un bouquet di rose rosse e un abito da sogno, sontuosamente ornato di drappeggi.


Emma Fenu




venerdì 14 febbraio 2014

La luce dei Cristalli. Crystal Wedding.

"La fragilità del cristallo non è una debolezza, ma una raffinatezza".
Christopher McCandless (Emile Hirsch), Into the Wild


a cura di Barbara Bocedi



giovedì 13 febbraio 2014

Teneri Uccellini. Kissing Birds Wedding.

"Sono gli uccelli naturalmente le più liete creature del mondo. Non dico ciò in quanto se tu li vedi o gli odi, sempre ti rallegrano; ma intendo di essi medesimi in sé, volendo dire che sentono giocondità e letizia più che alcuno altro animale".
Giacomo Leopardi, Elogio degli Uccelli

"Sì, un posto dove non cacciarmi nei guai. Tu credi che esista un posto del genere, Totò? Deve esistere. Certo non ci si potrà arrivare con un piroscafo o con un treno. Dev'essere molto, molto lontano... oltre la luna... oltre le nuvole... Da qualche parte oltre l'arcobaleno, lassù in alto, c'è un posto di cui, una volta ho sentito parlare in una ninnananna. Da qualche parte, oltre l'arcobaleno, il cielo è azzurro e i sogni impossibili  diventano realtà  [...] Da qualche parte, oltre l'arcobaleno, volano uccelli azzurri, volano oltre l'arcobaleno, non posso farlo... anch'io? Se ci volano felici gli uccellini, oltre l'arcobaleno, non posso volarci...anch'io?". 
Tratto dal film Il mago di Oz



Fotografie by Carme Mura

Se desiderate un matrimonio dolce e romantico, delicato come un battito d'ali e allegro come un alternarsi di cinguettii, il tema Kissing Birds fa per voi!
Gli uccelli, infatti, poiché di incantevole bellezza e grazia e, per la maggior parte, monogami, alcuni addirittura per la vita, si prestano moltissimo per essere il filo conduttore di una festa nuziale che sia un inno all'amore e alla simbiosi con la natura.
Optate per una palette tenue e delicata, designate il calore del legno naturale per un effetto country o il fascino del ferro battuto per un'atmosfera shabby chic, e scegliete deliziose coppie di uccellini in stoffa, lana, carta o porcellana, da utilizzare come cake topper e come bomboniere.
Per il tableau, il guestbook e i centrotavola le soluzioni sono molteplici, tutte giocate su rami, gabbiette decorative, casette dipinte a mano, nidi e sezioni di tronchi d'albero. 
Non dimenticate di sottolineare i momenti più importanti della giornata con un sottofondo musicale che rievochi il loro canto melodioso, immergendo i vostri ospiti in un atmosfera da bosco incantato.


Emma Fenu




 Creazioni by Emma's Wool Creations
Creazioni by Emma's Wool Creations

martedì 11 febbraio 2014

Di rosso vestita. Red Wedding dresses.

"Sei comparsa al portone in un vestito rosso per dirmi che sei fuoco che consuma e riaccende".
 G. Ungaretti

Che sia di tulle o di raso, ampio o fasciato come una sirena, l’importante è che si abbia il coraggio di osare e di indossarlo interamente… ROSSO!!!


Sabina Edir




Alice nel Paese delle Meraviglie 2. Alice in Wonderland 2.

"C'è un posto che non ha eguali sulla terra...
Questo luogo è un luogo unico al mondo, una terra colma di meraviglie mistero e pericolo.
Si dice che per sopravvivere qui bisogna essere matti come un cappellaio.
E per fortuna... io lo sono
".
Dal film Alice in Wonderland di Tim Burton

Il tema di Alice nel Paese delle Meraviglie è, negli ultimi anni, sempre più in uso per le feste nuziali. Complice, indubbiamente, la magia del recente film del grande Tim Burton e la deliziosa atmosfera offerta da un allestimento di teiere, tazze, tags, orologi, rose e carte da gioco. 
Ma non solo. Pur essendo stata scritta da Lewis Carroll nel 1865, la fiaba continua ad affascinare, seducendo per l'ambientazione fantastica e atemporale e irretendo per l'irreale polisemia dei celebri dialoghi. Non possiamo, dunque, non riflettere in merito ai profondi significati in essa celati: tutti noi siamo alla ricerca della nostra identità, confusi fra ciò che siamo e ciò che dovremo essere, tesi fra il desiderio di obbedire e, al contempo, di infrangere regole e convenzioni. Tutti noi abbiamo inseguito sogni di libertà adolescenziali, abbiamo dischiuso mille porte, cimentandoci con enigmi e pericoli, e ci siamo fatti "tagliare la testa", per rinascere ancora e ancora, consapevoli che la vita è evoluzione e talvolta sfugge ai dettami della ragione. E il matrimonio è anche un rito iniziatico verso una nuova avventura, a due.

"Chi sei? disse il Bruco. Non era un bel principio di conversazione. 
Alice rispose con qualche timidezza: Davvero non te lo saprei dire ora. So dirti chi fossi, quando mi son levata questa mattina, ma d’allora credo di essere stata cambiata parecchie volte".
Alice nel Paese delle Meraviglie, Lewis Carroll


Emma Fenu









Fotografie by Francesca Guerrini

lunedì 10 febbraio 2014

Matrimonio in verde. Green Wedding.

"Non è nei vasti campi o nei grandi giardini che vedo giungere la primavera. È nei rari alberi di una piccola piazza della città. Lì il verde spicca come un dono ed è allegro come una dolce tristezza". 
Fernando Pessoa


A cura di Barbara Bocedi





sabato 8 febbraio 2014

Una sposa avvolta in soffice Lana. Bride enveloped in soft Wool.

"Se potessi rivederti fra un anno farei tanti gomitoli dei mesi. Se l'attesa fosse di secoli li conterei sulla mano.E se sapessi che finita questa vita la mia e la tua proseguiranno insieme, getterei la mia come inutile scorza e sceglierei con te l'eternità".
Emily Dickinson

"La vita è un gomitolo che si consuma. Si spera che al centro ci sia la felicità e così continuiamo a tirarlo, ad arrotolarlo velocemente come velocemente viviamo la vita senza pensare che con quel gomitolo potremmo fermarci a cucire i nostri giorni e ricamarne su di essi momenti stupendi".
Domenico Torrelli

"Siamo legati da infiniti fili sottili, facili da recidere a uno a uno, ma che essendo intrecciati tra loro formano corde indistruttibili".
Isabel Allende

Pizzo, duchesse, satin, organza, tulle, mikado...ecco la danza dei tessuti che volteggiano nei sogni di una donna che si appresta alle proprie nozze. Ma non solo: una sposa può meravigliosamente completare il suo abito da favola con un accessorio in lana candida o in sofisticato color avorio.
La lana in nuance chiare, infatti, è di particolare bellezza: tali sfumature ne esaltano la morbidezza e la dolcezza e rendono deliziosi i capi realizzati handmade, valorizzandone la lavorazione minuziosa e pregiata..
Per una sposa d'inverno, romantica ed eterea come un fiocco di neve o sontuosa come una regina dei ghiacci, sono particolarmente indicati stole e scialli realizzate in mohair o cappe e mantelline in pura lana, provviste o meno di ampio cappuccio, magari bordate di eco pelliccia.
Durante le foto da scattare all'esterno sono perfetti, in quanto caldissimi e scenografici, guanti, mezzi guanti o manicotti in pendant.
Se il gran giorno si svolge in primavera o in autunno, i tessuti morbidi e fluttuanti dell'abito si fondono splendidamente con preziosi coprispalle trasforati in lana misto seta, a maniche lunghe, corte o senza maniche, abbelliti da delicati fiori o sfiziosi volants.
E per la stagione estiva? Quando la giornata volge al tramonto o il cielo esibisce il suo manto stellato, la sposa, accarezzata dalla brezza del mare o dalla frescura di un bosco, ama cingersi da uno scialle finemente intrecciato con lana leggera o fili di lino o seta, oppure ripararsi dall'umidità con un mini coprispalle soffice ed impalpabile, al punto da poter essere totalmente stretto in un pugno.
Se l'abito è minimal, ci si potrà concedere un accessorio dalla lavorazione importante e dal gusto retrò, ispirato allo scialle della nonna; in caso contrario, in presenza di pizzi, trine e lustrini, è più appropriato scegliere uno stile semplice e raffinato, ma dall'inconfondibile fascino handmade.

Per ulteriori informazioni:

Emma's Wool Creations Blog

Emma's Wool Creations Facebook


giovedì 6 febbraio 2014

La storia del mio Abito da Sposa. The story of my Wedding Dress.

I VOSTRI PREPARATIVI.
REAL WEDDINGS.

Sono le tre di notte, fuori piove a catinelle, imperversa un brutto temporale con tuoni e fulmini, l’acqua scende straripante dalle grondaie. Domani mattina mi sposerò. Dentro di me la sensazione di follia mi sfiora, gioia e paura si contendono la mia attenzione, sono felice. Il mio cuore è felice. Quanto ho atteso questo giorno, ma soprattutto quante volte l’ho sognato ad occhi aperti, pensando a come sarebbe stato; e ora sono qui distesa sul mio letto di bambina che sto per abbandonare per sempre, senza sonno, eccitata e confusa. Guardo il mio abito da sposa appeso sull’anta dell’armadio: la penombra che filtra dalle persiane lo illumina e i lampi del temporale fanno scintillare i brillantini del corpetto. É un abito da sogno, il mio abito da sposa. Due anni fa, in una tiepida giornata di marzo, andai a trovare mia sorella che vive in un’altra città; percorrendo la statale con l’automobile notai un negozio di abiti da sposa: in vetrina c’era un abito stile “Via col vento”, bellissimo pensai. 
Sulla via del ritorno la stessa sera mi fermai, entrai in quel negozio e subito la commessa mi venne incontro, ma io dissi che volevo solo dare un’occhiata. Volevo solo farmi un’idea e mi ritrovai in un istante con indosso un vestito meraviglioso a rimirarmi nello specchio. Quanto ero bella, mi sentii una principessa. Ma era uno scherzo, io volevo solo dare un’occhiata e mi liquidai velocemente dalla commessa che ne fu felice vista l’ora prossima alla chiusura. Riprendendo il mio viaggio verso casa, ripensai alla commessa e al tempo che le avevo fatto perdere. Ero dispiaciuta, però quanto ero bella con quell’abito addosso! 
Mi era piaciuta così tanto quella sensazione che dopo qualche mese andai con mia sorella a fare un giro per negozi; provai un’infinità di abiti, erano tutti splendidi, ma non sentii quella sensazione di meraviglia come la prima volta. La giornata passò come un gioco di bambine e più volte, durante il corso delle ore, dentro di me mi chiedevo quando sarebbe arrivato il fatidico giorno in cui io mi sarei sposata. A settembre ripassai sulla statale e, come attratta da una forza misteriosa, fermai la macchina ed entrai nel negozio; la commessa mi riconobbe subito. Girovagai fra gli stand e lei mi seguì offrendomi di provare molti abiti, ma non volevo. Sapevo che non ero lì per comprare, ma solo perché provavo gioia a fingere di essere una futura sposa, ma la commessa insistette così tanto e cedetti. Ne indicai uno e chiesi “Posso provare questo?”. Nemmeno l’avevo riconosciuto, era lo stesso abito che indossai la prima volta; era ancora lì, nessuno l’aveva comprato. Lo indossai e quello che vidi nello specchio era una cosa speciale, io ero bellissima e raggiante come se avessi veramente dovuto sposarmi di lì a poco, era lui! Era quello che volevo e rimasi a guardarmi compiaciuta di quello che si specchiava in me, della mia immagine riflessa. La commessa nel frattempo mi guardava con fare sospetto; iniziò ad avere il dubbio che io non fossi una cliente, ma piuttosto una persona che le stava facendo perdere tempo. Si avvicinò e mi disse “Lei è la prima persona nella mia carriera che viene a provare l’abito da sposa da sola” e con occhi incuriositi mi fissò: “A quando le nozze?”. Rimasi in silenzio fissandomi allo specchio, incapace di mentire le risposi “Non ne ho la più pallida idea!” e le mie guance si fecero rosso fuoco dalla vergogna di essere stata scoperta, ma con una prontezza di riflessi aggiunsi “Quello che so è che, quando arriverà quel giorno, io indosserò quest’abito!”. M’invitò a toglierlo e gentilmente mi accomodò alla porta, ma vidi nel suo sguardo un sentimento di compassione, credo che infondo avesse capito che io ero spaesata ma in buona fede. 
Dopo qualche mese mi ripresentai al negozio con mia sorella. Quando entrammo titubanti, incontrammo subito lo sguardo della commessa e io lessi con sorpresa la gioia nel suo volto. Subito andò nel retro e uscì con l’abito dei miei sogni, lo indossai per la terza volta; nessuno l’aveva ancora comprato. Chissà se la commessa spinta da qualche forza misteriosa l’aveva messo da parte? Oppure non l’aveva proposto alle clienti? Fatto sta che il mio abito da sposa era ancora lì e, quando uscii dal camerino, vidi lo sguardo di mia sorella ed ebbi l’ennesima conferma che era stato cucito per me! Lo fermai con una caparra e fu mio per sempre! L’abito da sposa rimase lì per quasi un altro anno ed io durante questo tempo andai a “trovarlo” altre tre volte, una con mia madre e altre due da sola. La commessa e la titolare del negozio ormai mi conoscevano, per loro ero stata una cliente particolare, ma tanta era la gioia che sprigionavo indossandolo che la mia energia positiva le contagiava; sognante passeggiavo per il negozio incurante degli altri clienti, che mi sorridevano. Io volteggiavo passando da uno specchio all’altro ammirandomi come una principessa. Che sensazione meravigliosa stare con quell’abito addosso, le persone presenti nel negozio rimanevano incantati dalla mia felicità. Ero un’ottima pubblicità, quando me ne andavo via, mi chiedevano quando fossi tornata, e avrei potuto ogni volta che avrei voluto, fosse stato più vicino a casa, ci sarei andata ogni settimana. 
Qualche giorno orsono sono andata a ritirarlo per portarlo a casa. Nel negozio abbiamo fatto grande festa e mi hanno aiutato a caricarlo nella macchina, ben disteso sul sedile dietro affinché non si sciupasse; durante tutto il viaggio non ho fatto altro che controllare dallo specchietto che fosse tutto in ordine. Ero felice, non mi sembrava vero il sogno stava diventando realtà. Una volta a casa la prima cosa che ho fatto? Voi che pensate? L’ho indossato, e non me lo sarei più tolto. Ora sono qui felice come non mai, domani io e il mio compagno diverremo una cosa sola, domani inizierò il mio cammino assieme a lui, domani coronerò un sogno e domani indosserò per l’ultima volta il mio abito da sposa. Per un attimo nella mia mente si presenta il tarlo della tristezza: domani inizierà una nuova vita, ma finirà la vita di oggi e in mezzo da ponte c’è il mio abito da sposa. Ha smesso di piovere, domani sarà una bella giornata e io sarò principessa.


Diana Mayer Grego
(pubblicato  sull'Antologia - La donna è una favola - edito da MDT 2011)






martedì 4 febbraio 2014

Profumo di Lavanda. Wedding themed Lavander.

"Spighe viola si piegano al vento
invitano a seguire la direzione
di un nuovo colore d’amore
per neutralizzare la rinascita
di ogni eventuale antico dolore

Libera oscillo tra steli che mi cullano
m’inebrio di penetrante profumo
che si rinnova a ogni cambio d’umore
io lavanda purificata, in ogni parte di me
".

Fiore di lavanda… discreto e timido ma dal profumo avvolgente e inebriante, che richiama alla mente il mondo delle nostre nonne, un mondo fatto di biancheria pulita, di ricami, di cose semplici e dolci che rimangono nel tempo. La lavanda (fiore, profumo e colore) può essere utilizzata in mille modi: timidi mazzetti posso fungere da segnaposto, da bottoniera per lo sposo e gli invitati, o come grazioso e originale ornamento per le bomboniere. Il vestito della sposa sarà semplice e richiamerà atmosfere bucoliche, oppure avrà dettagli “old style”. Si potrà sceglierlo bianco, interamente color lavanda o bianco con un tocco di colore, magari in una fascia che cinge la vita della sposa o in una coroncina che le cinge il capo. Il color lavanda potrà inoltre apparire nella wedding cake, ornata da rametti di questa pianta, nelle bevande, nella biancheria da tavola, nelle partecipazioni.

Sabina Edir