"C'è un posto che non ha eguali sulla terra...
Questo luogo è un luogo unico al mondo, una terra colma di meraviglie mistero e pericolo.
Si dice che per sopravvivere qui bisogna essere matti come un cappellaio.
E per fortuna... io lo sono".
"Chi sei? disse il Bruco. Non era un bel principio di conversazione.
Questo luogo è un luogo unico al mondo, una terra colma di meraviglie mistero e pericolo.
Si dice che per sopravvivere qui bisogna essere matti come un cappellaio.
E per fortuna... io lo sono".
Dal film Alice in Wonderland di Tim Burton
Il tema di Alice nel Paese delle Meraviglie è, negli ultimi anni, sempre più in uso per le feste nuziali. Complice, indubbiamente, la magia del recente film del grande Tim Burton e la deliziosa atmosfera offerta da un allestimento di teiere, tazze, tags, orologi, rose e carte da gioco.
Ma non solo. Pur essendo stata scritta da Lewis Carroll nel 1865, la fiaba continua ad affascinare, seducendo per l'ambientazione fantastica e atemporale e irretendo per l'irreale polisemia dei celebri dialoghi. Non possiamo, dunque, non riflettere in merito ai profondi significati in essa celati: tutti noi siamo alla ricerca della nostra identità, confusi fra ciò che siamo e ciò che dovremo essere, tesi fra il desiderio di obbedire e, al contempo, di infrangere regole e convenzioni. Tutti noi abbiamo inseguito sogni di libertà adolescenziali, abbiamo dischiuso mille porte, cimentandoci con enigmi e pericoli, e ci siamo fatti "tagliare la testa", per rinascere ancora e ancora, consapevoli che la vita è evoluzione e talvolta sfugge ai dettami della ragione. E il matrimonio è anche un rito iniziatico verso una nuova avventura, a due.
Alice rispose con qualche timidezza: Davvero non te lo saprei dire ora. So dirti chi fossi, quando mi son levata questa mattina, ma d’allora credo di essere stata cambiata parecchie volte".
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