Realtà e Illusione.
"Da quanto ho potuto leggere o udire di racconti e storie vissute,
la strada del vero amore non è mai piana".
William Shakespeare, Sogno di una notte di mezza estate
“Se noi ombre vi abbiamo irritato,
non prendetela a male, ma pensate
di aver dormito, e che questa sia
una visione della fantasia.
Non prendetevela, miei cari signori,
perché questa storia d’ogni logica è fuori:
noi altro non v’offrimmo che un sogno:
della vostra indulgenza abbiamo bisogno.
Come è vero che sono un Puck onesto,
se abbiam fallito vi prometto questo:
che, per fuggir le lingue di serpente,
faremo assai di più, prossimamente.
Se no, chiamatemi bugiardo e mentitore.
Per ora buonanotte, signori e signore.
Non siate avari di mano: siamo amici,
e in cambio Robin vi farà felici”.
William Shakespeare, Sogno di una notte di mezza estate
Il Sogno di una notte di mezza estate, scritta tra il 1595 e il 1596, è una delle prime commedie di Shakespeare, un innegabile capolavoro giocato sul tema dell'amore romantico.
Attraverso l'espediente del liquido del fiore vermiglio che, se versato sugli occhi di un dormiente, lo farà innamorare perdutamente, al risveglio, della prima persona su cui il suo sguardo si poserà, viene messo in luce il carattere illusorio, contraddittorio e ingannevole della passione.
La trama principale, davvero un intreccio complesso di rimandi ed eventi, ruota attorno intorno alle vicissitudini sentimentali, ambientate nel solstizio d’estate, di Ermia, Lisandro, Elena e Demetrio, persi in un bosco in balia di Oberon e Titania, rispettivamente il re e regina delle fate, e degli inganni di un folletto di nome Puck.
La trama secondaria narra, invece, le buffe peripezie di Bottom e dei suoi colleghi, intenti nel preparare la messa in scena della commedia di Piramo e Tisbe, in onore del matrimonio imminente di Teseo, duca di Atene, e di Ippolita, la regina delle Amazzoni.
Non mi dilungherò descrivendo con precisione i dettagli narrativi che costituiscono l’opera, il cui fascino è proprio essere un inestricabile reticolo di reazioni a catena, scatole cinesi e giochi di specchi. Vi priverei della magia che vi riserverà una personale lettura, capace di calarvi in un mondo senza tempo, spazio e certezze.
In questo confluire osmotico di personaggi e in questo intrecciarsi di mitologie (di matrice classica, dal carattere apollineo, e celtica, dal carattere tormentoso), di folklori, di allegorie e di metamorfosi, tutto “sembra” (ma ricordatelo, Puck è mentitore!) riappropriarsi di un senso nel mondo dei sogni, dove si ritrovano uomini, dei e spiriti e dove, addirittura, la Vita e la Morte si sfiorano...del resto, "siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni".
La realtà, pertanto, non è da ricercarsi nelle cose empiriche e sensibili, ma, come sostenne Platone nell’affascinante mito della caverna, nelle Idee delle cose stesse, di cui non percepiamo, da svegli, che mere ombre. Questa condizione è difficilmente metabolizzata dagli esseri umani, che soffrono, malinconicamente, nell’impossibilità di catturare l’eterno e l’infinito, costretti a stringere, nei pugni serrati, solo apparenze ingannevoli, destinate a protrarsi ben poco, quanto un balletto sfavillante di lucciole che illuminano una notte di mezza estate.
“Nel mondo conoscibile, punto estremo e difficile a vedere è l’idea del bene, […] nel mondo visibile essa genera la luce e il sovrano della luce, nell’intelligibile largisce essa stessa, da sovrana, verità e intelletto”.
Platone
Una Festa dedicata ad una notte magica.
“Dal vero al sognato, non corre altra differenza, se non che questo può qualche volta essere molto più bello e più dolce, che quello non può mai”.
Giacomo Leopardi
Se disponete di un giardino, ma anche di una graziosa terrazza, perché non organizzare un divertente party a tema, coinvolgendo i vostri amici, per celebrare, con il dovuto tocco di magia, una notte d'estate? Lasciatevi ispirare dai versi shakespeariani del Sogno di una notte di mezza estate, proiettandovi in una dimensione parallela e poliedrica, che non potrà non rapire i vostri ospiti. Non temiate di attingere, come da una fatata sorgente di memorie, dalle olimpiche divinità del mondo classico; dalle creature indomabili della mitologia nordica; dagli eroi, tesi fra eros e thanatos, tratti dalla letteratura cavalleresca e, infine, dal sublime paradosso dalla fiaba, per creare l'atmosfera surreale e inebriante di un bosco incantato.
Vestitevi di stoffe leggere e fruscianti, ponete coroncine di fiori sui capelli disciolti, osate indossare ali d’organza degne di fate meravigliose. Circondatevi di sagome di farfalle variopinte, di luci soffuse, di piccole lanterne, appese ai rami di alberi o piante, e di candele le cui fiamme vibrino, suadenti, come stelle nella notte.
Allestite con cura un buffet che si presenti come un tripudio di fiori e frutti dai colori succosi, e non scordate di far riecheggiare, dolcemente, le note di una musica ammaliante in cui si alternino, con armonia, flauti ed arpe.
"Quando il primo bambino rise, la sua risata si infranse in mille e mille piccoli pezzi, che si dispersero scintillando per tutto il mondo. Così nacquero le fate"
J. M. Barrie
Idea handmade: conservate numerosi barattolini di vetro, privi di tappo (è perfetto il formato utilizzato per gli omogenizzati). Legate, attorno all’apertura del barattolo, un filo di ferro e, con la parte in eccedenza, di circa 20 cm, create un arco, che chiuderete, con le pinze, da parte a parte, in modo da poterlo, successivamente, appendere. All’interno inserite una candela tealight. L’effetto finale sarà davvero scenografico, se pur ottenuto con un budget minimo!
Emma Fenu
tratto da
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